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19 Maggio 2024 
 
9/2/2005
 

 
TRANSAZIONALI
In questa fase di evidente disagio la strutturazione del tempo presenta per lui indubbie difficoltà di gestione. La sua comunicazione così come la sua metacomunicazione esprimono un necessità di gestire una relazione che ottra in qualche modo una sorta di sollievo al disagio contingente. Questa può essere messa in evidenza atraverso delle modalità di comportamento che possono essere classificate nella metodologia psicoterapeuta dell'Analisi Transazionale come giochi. Un gioco è una serie progressiva di transazioni
ulteriori complementari rivolte ad un risultato ben definito e prevedibile. Si può descrivere come un insieme ricorrente di transizioni, spesso monotone, superficialmente plausibili, con una motivazione nascosta, o più semplicemente, come una serie di mosse insidiose "truccate" (Berne, 1967, p.55).
Per giocare c'è bisogno sia di un contesto, sia di compagni, per entrare nella relazione a due nel contesto dell'attività sportiva. Carlo sembra mettere in atto dei comportamenti stereotipati e tende ad imporsi nelle sue modalità espressive relazionali anche ai suoi compagni o al trainer.
In questo contesto posso affermare che Carlo tende a giocare al "Goffo Pasticcione" gestito con l'evidente tornaconto di ricevere delle rassicurazioni positive, anche se volontariamente crea dei disagi a terzi con un comportamento aggressivo "premeditato" a prima vista celato.
Quest'aggressività celata vuole essere un espediente per sfogare un grosso sentimento di rabbia ed impotenza, in modo tale da portarlo addirittura a essere compreso dalla vittima. Carlo ha provato questo gioco con i ragazzi più piccoli, che però si sono prestati per poco tempo; molto presto hanno adottato delle contromosse o dei comportamenti molto schietti denunciando apertamente il gioco di Carlo e costringendolo a smettere. In questa fase la scelta a questo primo gioco è "Prendimi a calci", dove l'atto estremo dlla punizione finale, il fatidico calcio, sembra un'inevitabile conseguenza di un comportamento stressante e che ha come tornaconto il "Perchè capitano tutte a me", ovvero "tutti ce l'hanno tutti con me". In entrambi i giochi vi è evidente una richiesta di relazione e gestione della rabbia o dell'aggressività che ha comunque delle modalità patologiche di esprimersi. Bisogna comunque riflettere che, a parte i dovuti corettivi esercitati in seguito, vi era da parte del gruppo nella sua totalità una "discreta componente sana". Si sono, infatti, sviluppate delle
 

 
 

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