Premessa culturale
Destinatari
Sport prescelto
Fasi del progetto
Risultati attesi
Comunicazione
Partnership
Premessa culturale
Nel
mondo contemporaneo la pressione dei valori d’immagine, di successo e di
competizione spinta tendono a disorganizzare lo sviluppo dell’adolescente per
la pressione sociale che esercitano sui giovani e per l’enfasi aggiunta in
molti casi dalla stessa famiglia.
Il
campione sportivo costituisce spesso per i giovani il moderno eroe con cui
identificarsi non solo per le prestazioni atletiche espresse, ma anche per il
successo sociale ed economico che lo accompagna esaltato dalla comunicazione
mediatica.
Il disagio giovanile si presenta sovente con una fase
d’allarme, preludio all’instaurarsi di comportamenti problematici
(aggressività-bullismo, antisocialità, anoressia-bulimia, isolamento,
opposizione, ecc.).
Tale fase può essere
evidenziata, con opportuna metodologia,
durante l’attività sportiva, permettendo una prevenzione efficace mediante le funzioni interattive della pratica
sportiva, con l’allenatore, l’insegnante e i compagni.
Completa
l’azione di prevenzione l’incontro con le famiglie al fine di predisporre un
microcontesto sintonico con gli scopi del Progetto.
Il
progetto ‘Atalanta’ si basa sul creare una cultura[2] dello sport, recuperare i
valori di una competizione ‘sana’ con gli altri e con se stessi, imparando a
riconoscere, valutare e reimpostare i propri limiti, senza ricorrere all’uso
del doping, ma solo con la disciplina e la costanza che lo sport richiede.
L’approccio
multidisciplinare dell’Istituto Transculturale per
I
due enti, a fronte di una consolidata esperienza sul campo, si propongono come
partner per l’attivazione del progetto ‘Atalanta’,
che richiede, nella prospettiva della rilevanza delle variabili culturali nel
processo di sviluppo del giovane, l’integrazione di competenze di natura psicologica,
relazionale, pedagogica e naturalmente di scienze motorie.
La
metodologia messa a punto consente di osservare più in profondità i
comportamenti dei giovani e di utilizzare le stesse attività sportive come
occasione per avviare processi di interazione più adeguati allo sviluppo sia
individuale che sociale dei giovani coinvolti.
Tale
metodologia consente inoltre la crescita di una coerente cultura dello sport
sia con gli insegnanti delle scuole coinvolte che con le famiglie dei ragazzi
aderenti al progetto.
Il
programma può essere esteso, nella sua fase formativa ed applicativa sul campo,
ad altri soggetti del territorio quali educatori (scienza della formazione) e
psicologi, motivati ed interessati a sviluppare competenze di conduzione
psico-pedagogica di attività sportive.
Scherma,
tennis, ping-pong, pallavolo.
Sport
scelti poiché non prevedono l’uso del contatto fisico, i primi tre riguardanti
l’interazione a due, l’ultimo riguardante le dinamiche di gruppo.
Il
progetto, della durata di un anno, è articolato su 5 fasi con relative
sottofasi, ognuna delle quali è seguita da esperti della Fondazione e di
A.I.P.P.S.:
N° |
FASE |
TEMPI |
1 |
costruzione del
consenso |
2 mesi |
2 |
percorso formativo |
2 mesi |
3 |
lavoro sul campo
con le classi |
4 mesi |
4 |
formazione
all’interattività |
2 mesi |
5 |
gestione dei
risultati |
2 mesi |
1a fase: costruzione del
consenso
Il
progetto va preparato costruendo:
·
il consenso
del Provveditorato agli studi, dei Direttori e Presidi scolastici
·
l’adesione
degli insegnanti e dei loro allievi
·
l’adesione
dei professionisti degli sport prescelti
·
il
coinvolgimento delle famiglie dei ragazzi affinché agiscano in modo coerente
con quanto sviluppato dall’allenatore sportivo
·
la
disponibilità di strutture adeguate per l’attività (es. palestra scolastica)
·
l’eventuale
adesione di psicologi ed educatori del territorio.
In
questa fase viene avviata la progettazione che prevede, per le caratteristiche
del progetto stesso, una continua ri-progettazione in relazione ai risultati di
ogni fase.
2a fase: percorso formativo
2A. Percorso formativo con il gruppo di professionisti degli
sport prescelti consistente in una parte
teorica e in una parte esperienziale. Si istruiscono i professionisti sui
contenuti teorici e sulla filosofia sottostante al progetto e si addestrano gli
stessi all’uso pratico delle schede di annotazione dei comportamenti di gioco
in relazione alle dinamiche dei giocatori.
Tale
strumento “Scheda” sarà utilizzato anche dagli insegnanti.
Totale
ore: 40
2B. Organizzazione dei giochi
sportivi: a) la scelta. Gli
insegnanti lavoreranno nelle classi per la scelta di uno o l’altro dei giochi
proposti; b) logistica: nelle scuole si appronteranno gli spazi per i giochi
prescelti fornendo tutti i materiali.
3a fase: lavoro sul campo
con le classi
3A. Inizio degli allenamenti con i
professionisti degli sport prescelti nelle varie classi, finalizzati
all’apprendimento delle regole del gioco sportivo; presente un insegnante. Ore
15 per ogni sport.
3B. Osservazione delle interazioni comprendente
la compilazione delle schede e finalizzata all’annotazione dei comportamenti;
presente un insegnante. Totale ore: 30
3D. Coinvolgimento delle famiglie: le famiglie
delle diverse classi vengono informate sull’andamento della pratica sportiva e
vengono invitate ad esprimere i loro vissuti e le dinamiche intrafamigliari
eventualmente modificate dalla pratica sportiva intrapresa dai loro figli. Tre
incontri di due ore ciascuno.
4a fase: formazione
all’interattività
4A. Formazione all’interattività costituisce
il terzo periodo formativo per i professionisti e consiste in una formazione di
gruppo riguardante l’interattività con i ragazzi; l’empatia necessaria al
coinvolgimento dell’allievo, le caratteristiche culturali che possono essere
mobilitate per facilitare un solido sviluppo psicodinamico evidenziando con
anticipo i segnali d’allarme di un disagio al fine di effettuarne una valida
prevenzione. Totale ore: 20
4B. Modifica sul campo delle dinamiche: l’azione
del professionista si svolge nuovamente sul campo sportivo, dove, tramite
opportuni accorgimenti, cercherà di favorire la modifica dei comportamenti
inadeguati e l’instaurarsi di dinamiche più funzionali. Totale ore: 20
5a fase: gestione dei
risultati
I
risultati vengono gestiti con una serie articolata di momenti:
5A. Valutazione con gli allenatori: i
professionisti riporteranno come si sono modificate le dinamiche ed i
comportamenti durante l’agire sportivo.
Tre
incontri di 2 ore ciascuno
5B. Valutazione con gli insegnanti: viene
valutata l’esperienza svolta con alcuni indicatori individuati come
significativi dello sviluppo dei giovani coinvolti e delle interazioni di
classe; vengono individuate le aree di miglioramento.
Tre
incontri di due ore ciascuno
5D. Riunione con le famiglie: conclusiva
dove si forniscono reciproche informazioni sui risultati ottenuti con
indicazioni di attenzioni sul futuro.
Un incontro di tre ore
5E. Feedback alle Direzioni d’istituto
e al Provveditorato
Trasversale
alle fasi sopra esposte si sviluppa l’attività
di reporting del progetto che prevede SAL (Stati Avanzamento Lavori)
periodici relativi a:
·
modalità e strumenti di osservazione dei singoli allievi e
delle interazioni di classe
·
confronto tra le osservazioni sul campo dei diversi attori
(professionisti degli sport, insegnanti di classe, eventuali educatori e
psicologi del territorio, esperti del progetto)
·
suggerimenti sulle azioni da intraprendere sui singoli e sul
gruppo classe in relazione a specifiche problematiche evidenziate
·
problematiche e attenzioni emerse dal confronto con le
famiglie.
Risultati attesi
Il progetto ‘Atalanta’ si propone di raggiungere i
seguenti risultati:
·
un gruppo di professionisti dello sport che hanno appreso
metodi e tecniche per arricchire la loro professionalità specifica di base
·
un gruppo di insegnanti che hanno sviluppato competenze
comunicativo-relazionali in grado di prevenire forme di disagio giovanile (sia
in chiave di osservazione che di sviluppo di interazioni più efficaci con la
classe)
·
un nucleo di giovani che hanno avuto l’opportunità di
sviluppare attività sportive finalizzate non solo all’apprendimento della
tecnica specifica, ma anche allo sviluppo di forme di espressione e
socializzazione soddisfacenti, acquisendo una aggiornata cultura dello sport
·
un nucleo di famiglie sensibilizzate e più attente alle
dinamiche di partecipazione e crescita dei loro figli attraverso lo sport,
potenziali diffusori di una coerente cultura dello sport
·
professionisti dello sport, insegnanti, famiglie non
partecipanti direttamente al progetto che, come effetto alone, sono stimolati
ad avvicinarsi allo sport con un atteggiamento più aperto ed orientato non solo
al successo individuale. Vengono inoltre predisposti a scegliere tra un
ventaglio più ampio di attività sportive, finalizzate non solo alla prestazione
atletica, ma anche alla promozione di forme sane di sviluppo personale e
relazionale
·
alcuni psicologi ed educatori del territorio arricchiti
nella loro professionalità specifica di strumenti operativi per intervenire con
più efficacia nelle attività sportive a supporto della crescita di giovani.
·
la produzione di un CD
interattivo contenente le linee guida emerse dal lavoro svolto sul campo a
disposizione e fruibile dal resto degli allenatori e degli insegnanti della
scuola ed estendibile anche alle famiglie
·
la pubblicazione di tutta l’esperienza.
Comunicazione
Il progetto presenta una particolare attenzione allo sviluppo di tutte
quelle attività di comunicazione che accompagnano ogni fase, in quanto
l’obiettivo di creazione di una cultura diversa dello sport richiede una
diffusione capillare dei dati di esperienza via via emergenti dal lavoro sul
campo.
L’attività di comunicazione prevede l’utilizzo di più media: dai report
scritti di aggiornamento sui lavori svolti, all’uso di siti interessati a
divulgare i contenuti di esperienze sullo sport, alla produzione di CD da
diffondere, alla pubblicazione su riviste scientifiche dei risultati del
lavoro, fino all’organizzazione di eventi sportivi a grande partecipazione di
pubblico, in cui vengono create le condizioni, accanto alla fruizione
tradizionale di un evento sportivo, di avvicinamento a modalità e strumenti di
lettura dell’attività sportiva in asse con gli obiettivi del progetto Atalanta:
ovvero occasione di confronto e crescita per un giovane, per la sua famiglia e
per i suoi educatori istituzionali.
Parnership
Il progetto prevede una partnership scientifico-culturale
con l’Association
International Psychologie et Psichoanalyse du Sport (Onlus) A.I.P.P.S.,
Membro del
World Council Psychotherapy (W.C.P.), che ha maturato una lunga
esperienza sul campo ed ha sviluppato negli anni interventi significativi
nell’area
dello sport e dei giovani.
|
Association
International Psychologie et Psichoanalyse du Sport. Presidente
dr. Giovanni Lodetti |
Il progetto
prevede una serie di partnership con il mondo della scuola (elementare e media)
e soprattutto con le aziende di business, che nella differenziazione dei
loro investimenti di comunicazione e
immagine sono sempre più disponibili a fare investimenti nella dimensione
etica, attente alla valorizzazione della responsabilità sociale delle
imprese, orientate a sviluppare progetti in grado di rivolgersi ai giovani e a
coinvolgerli nella dimensione sportiva, vista non solo come occasione di
successo personale, ma soprattutto come occasione di crescita della capacità di
confronto e dialogo con l’altro. Le aziende possono così in modo concreto
contribuire a realizzare un’azione di prevenzione del disagio giovanile,
rafforzando i valori della lealtà e del confronto, legando il proprio marchio
allo sviluppo di un’azione positiva nel sociale.
[1] Atalanta è un’eroina cresciuta sul monte Partenione, dove il padre l’aveva esposta alla nascita perché voleva solo figli maschi. Si dedicò alla caccia nei boschi e riportò premi nella corsa e nella lotta.
[2] La cultura è rappresentata dai modi con cui vengono
espresse-organizzate le differenze individuali dei membri facenti parte di un
gruppo e costituisce l'insieme delle soluzioni variabili di problemi costanti.
La
cultura di gruppo si manifesta attraverso:
a) ambienti fisici, oggetti, e
tutte le informazioni raccolte in memoria extrasomatica (cultura materiale);
b) le conoscenze, le credenze, i
valori, i simboli, i miti, i riti, le norme, il linguaggio orale e i
comportamenti agiti (cultura non materiale) che consentono una integrazione e
adattamento tra i bisogni individuali, i bisogni del gruppo e l'ambiente
esterno.