Convegno nazionale degli Psicologi dello sport


Chieti 15/16/17 Ottobre 2010.

Psicologia dello sport e dell'esercizio tra presentazione e benessere.

La Psicologia Clinica dello Sport può datare la sua nascita dagli studi del 1988-89 di G.Lodetti - C.Ravasini sui meccanismi di difesa applicati in contesto sportivo, con il relativo sviluppo di ricerche applicate principalmente nel campo della prevenzione al disagio giovanile (etero ed autoaggressività, bullismo, DDAI). La pubblicazione nel 1989 del saggio “Aspetti psicoanalitici dell’attività sportiva” Ghedini editore con la prefazione del Prof .Marcello Cesa-Bianchi e la relativa terza pagina del Corriere della Sera del 1990 a firma Silvia Vegetti Finzi hanno permesso lo sviluppo dell’applicazione delle sopracitate ricerche. I risultati di tali studi sono stati inoltre esposti anche in vari contesti internazionali quali il I° World Concil of Psychotherapy a Vienna nel 1996 o il X° ed XI° Congresso Europeo di Psicologia (EFPA) di Praga e di Oslo 2007 e 2009, nella specifica sezione ad hoc “ Psicologia clinica dello sport” presieduta a Praga dal dr. G Lodetti. Nel frattempo per la diffusione dei lavori e delle relative teorie è sorta nel 1994 L’Associazione Internazionale di Psicologia e Psicoanalisi dello Sport (AIPPS) e nel 2008 l’Associazione Internazionale di Psicologi Clinici dello Sport (SIPCS), le quali hanno diffuso vari corsi di promozione scientifica delle ricerche e delle applicazioni dei modelli studiati per interventi ad hoc sul territorio con la diversa abilità fisica e mentale e sindrome DDAI, presentati su invito dell’Ordine degli Psicologi Lombardi alle giornate del Benessere 2007. L’AIPPS inoltre fa parte della Federazione Italiana Società Scientifiche di Psicologia (FISSP) organo AUPI ed ha recentemente festeggiato i “Vent’anni di psicologia clinica dello sport” (2009) presso la Casa della Cultura di Milano fondata da Cesare Musatti. Gli obiettivi degli studi AIPPS consistono non solo nella prevenzione al disagio giovanile, alle fasce disagiate dell'handicap fisico e mentale e la gestione delle fasce psicologiche a rischio, ma anche nella gestione del benessere e dei molteplici aspetti della crescita dei gruppi di atleti di alto livello agonistico. I metodi utilizzati sono principalmente tecniche di psicologia dinamica, di analisi transazionale, psicodramma, test proiettivi, analisi del segno e tecniche di colloquio. Essendo la materia di recente applicazione ci si auspica che da parte degli operatori impegnati nella psicologia dello sport salga l’attenzione per questa tematica e gli studi clinici ad essa correlati. Alcune tipologie di enti sportivi operanti nel mondo dell’attività sportiva di alto livello ed orientate allo sviluppo dello stato generale di benessere dell’atleta, si sono già dimostrate interessate all’implementazione di modelli operativi; pertanto in quest’ottica di crescita e confronto, volta a favorire lo sviluppo di nuovi modelli di intervento, siamo a relazionare i nostri lavori.



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